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sabato 3 gennaio 2015

2. "MEISTER" JOHANNES ECKHART. Die Deutschen Predigten (1294 - 1324)





"MEISTER" JOHANNES ECKHART 
(1260 - 1328)
< Sermoni tedeschi>
(Die Deutschen Predigten, Germania, 1294 - 1324)









<< Noi diciamo dunque che l'uomo deve essere così povero da non avere, e non essere, alcun luogo in cui Dio possa operare. Quando l'uomo mantiene un luogo, mantiene anche una differenza. Perciò prego Dio che mi liberi da Dio, perché il mio essere essenziale è al di sopra di Dio, in quanto noi concepiamo Dio come inizio delle creature. In quell'essere di Dio, però, in cui Egli è al di sopra di ogni essere e di ogni differenza, là ero io stesso, volevo me stesso e conoscevo me stesso, per creare questo uomo che io sono. Perciò io sono causa originaria di me stesso secondo il mio essere, che è eterno, e non secondo il mio divenire, che è temporale. Perciò io sono non nato, e, secondo il modo del mio non esser nato, non posso mai morire. Secondo il modo del mio non esser nato, io sono stato in eterno, e sono ora, e rimarrò in eterno. Cosa invece sono secondo il mio esser nato, dovrà morire ed essere annientato, perché è mortale, e perciò deve corrompersi col tempo. Nella mia nascita eterna nacquero tutte le cose, ed io fui causa originaria di me stesso e di tutte le cose; e, se non lo avessi voluto, né io né le cose sarebbero; ma se io non fossi, neanche Dio sarebbe: io sono causa originaria dell'esser Dio da parte di Dio; se io non fossi, Dio non sarebbe Dio. Ma non è necessario capire questo... >>
MEISTER ECKHART, dal sermone Beati pauperes spiritu, quia ipsorum est regnum coelorum, in Meister Eckhart: Sermoni tedeschi, trad. Marco Vannini, Piccola Biblioteca Adelphi, Milano, 1985 

<< L'occhio nel quale io vedo Dio, è lo stesso occhio in cui Dio mi vede; l'occhio mio e l'occhio di Dio non sono che un solo occhio, una sola visione, una sola conoscenza, un solo amore... >>
MEISTER ECKHART, dal sermone Qui audit me, in Meister Eckhart: Sermoni tedeschi, trad. Marco Vannini, Piccola Biblioteca Adelphi, Milano, 1985

<< Molte persone semplici si immaginano che devono considerare Dio come lassù, e loro quaggiù. Non è così. Io e Dio siamo uno. Con la conoscenza accolgo Dio in me, con l'amore penetro in lui... >>
MEISTER ECKHART, dal sermone Iusti vivent in aeternum, in Meister Eckhart: Sermoni tedeschi, trad. Marco Vannini, Piccola Biblioteca Adelphi, Milano, 1985








SCHEDA TECNICA


TITOLO ORIGINALE
Die Deutschen Predigten

TITOLO NELLA TRADUZIONE ITALIANA
Sermoni tedeschi

AUTORE
Johannes Meister Eckhart 
(Hocheim, Germania, 1260 - Colonia, Germania, 1328)

LINGUA ORIGINALE
Tedesco volgare 
(è ufficialmente la prima testimonianza letteraria in lingua tedesca volgare)

PERIODO DI COMPOSIZIONE
tra il 1294 e il 1324

1^ EDIZIONE ORIGINALE (amanuense)
? Tra il 1294 e il 1324

1^ EDIZIONE ORIGINALE (stampata)
< Meister Eckart: Deutsche werke I,II, III, IV Predigten,
Kohlhammer, Stuttgart 1958-1997
(nota come “grande edizione critica”)
a cura di Josef Quint e Georg Steer
(mancano i Sermoni 99-104, pubblicati per la prima volta in 
Deutsche Mystiker des XIV jahrhunderts. II. Meister Eckhart, Leipzig 1857, 
a cura di Franz Pfeiffer (ristampa anastatica, Aalen 1962) >

1^ EDIZIONE ITALIANA 
< Meister Eckart: Opere tedesche, 
La Nuova Italia, Firenze 1982,
traduzione e a cura di Marco Vannini 
(comprende i primi venti sermoni della "edizione critica tedesca", più i Trattati) >

ATTUALI (MIGLIORI) EDIZIONI E TRADUZIONI ITALIANE
< Meister Eckart: Sermoni tedeschi,
Piccola Biblioteca Adelphi, Milano 1985
traduzione e a cura di Marco Vannini
(comprende trentasei sermoni non presenti nelle Opere tedesche dell’82) >
< Meister Eckart: Prediche
Mondadori, Milano 1995 
A cura di Marco Vannini 
(comprende ventiquattro sermoni, non presenti nei precedenti volumi) > 
< Meister Eckart: I sermoni
Edizioni Paoline, Milano 2002 
traduzione e a cura di Marco Vannini
(è la più completa – comprende tutti i centoquattro 
sermoni finora apparsi nella edizione critica tedesca) >

GENERE COMPOSITIVO
 

Filosofia metafisica, teologia, mistica speculativa 

STILE, FORMA, CONTENUTO
Raccoglie 104 sermoni con titolo latino ma con testo in volgare tedesco, quindi la struttura di per sé (a prescindere dalla complessità puramente linguistica) è molto semplice, essenziale. E già in questi Sermoni (da leggere soprattutto come una sorta di “manuale” rivolto all'epoca a monaci e monache dell'Ordine Domenicano - di cui lo stesso Eckhart faceva parte), sin dal primissimo Sermo Paschalis del 1294, è contenuta la sintesi dell’insegnamento eckhartiano , e anticipano i grandi trattati della maturità (Del distacco e Dell’uomo nobile), insieme ai quali costituiscono il meglio del grande Maestro di Hocheim, ponendo la pietra angolare di quella che sarà la lingua letteraria e filosofica tedesca definitiva, nella stessa epoca in cui Dante con la sua Commedia farà la stessa cosa in ambito europeo, forse anche mondiale.
Prosa “mistica” (la prima in lingua tedesca volgare), tra le migliori in assoluto in tutto il Medioevo cristiano, la migliore nell’ambito della cosiddetta “mistica renana” e non solo, ma sicuramente il più elevato risultato di tutta la “teologia negativa” (diciamo insieme a Plotino, ma forse anche oltre). I Maestri cui Eckhart s’ispirava: Aristotele, Agostino d’Ippona, il teorico del connubio ‘scienza/fede’ Alberto Magno, e il cosiddetto “padre della medicina moderna”, il filosofo e scienziato musulmano Avicenna. Retorica ai massimi livelli storici, potente, intensa, penetrante, magnetica, persuasiva, a momenti rovente, mai pedante, valorizzata da un uso sapiente e audace di metafore, aforismi, paradossi, antinomie, ai limiti della sperimentazione linguistico-speculativa; esempio tipico di “retorica ekhartiana” è il Sermone 82, Cosa pensi che sarà questo bambino?, nella quale Eckhart usa la “metafora del fuoco”: <<Quando il fuoco è generato all'interno del legno gli trasmette la propria natura e la propria essenza, e il legno, da sé, diviene sempre e sempre più simile al fuoco...>>
Lo stile “ekhartiano” occuperà uno spazio importantissimo nella filosofia dei secoli successivi, soprattutto con Hegel, Fichte, Schelling e quasi tutto l’Idealismo tedesco, e poi sino alle correnti fenomenologiche ed esistenzialiste del Novecento, e che raggiungerà il proprio acme con Heidegger (in proposito è utile sottolineare come Hegel insistesse sull’affinità tra i termini “mistico” e “speculativo”, affermando che ciò che nel Medioevo era definito “misticismo” già nel XVIII-XIX secolo poteva chiamarsi “speculazione”, ovvero quella “dialettica della negazione” che contiene in sé gli opposti - tesi e antìtesi - di ogni enunciato). E non si può trascurare che anche buona parte dell'opera di Schopenhauer è stata fortemente influenzata dal pensiero eckhartiano (oltre che dalla mistica orientale); e che il celeberrimo Urmensch (lett. “oltre-uomo”) nietzschiano, tra i capisaldi della filosofia contemporanea, è un diretto discendente dell'Uomo Nobile di Eckhart; così come gli enunciati dello stesso Nietzsche sulla “morale del risentimento” di matrice platonico-cristiana e sul “Cristianesimo come volontà di potenza dissimulata” sono senz'altro fortemente debitori alla polemica eckhartiana contro il razionalismo della cosiddetta “teologia affermativa”.Ultimo ma non meno importante: il contributo enorme (ovviamente postumo) della filosofia eckhartiana ai movimenti sincretistici e di dialogo interreligioso degli ultimi due secoli, soprattutto relativamente alla comprensione delle affinità tra pensiero occidentale e orientale, tra Cristianesimo e Buddhismo, Induismo, Taoismo - Eckhart, non a caso, è tuttora considerato all'unanimità il trait d'union per eccellenza tra queste mistiche (apparentemente) differenti...
In sintesi - e cercando di semplificare una delle teologie più complesse della storia della mistica mondiale, i temi più ricorrenti nell'opera del Meister sono: il distacco necessario all'uomo spirituale per rendersi nobile, il “fondo dell'anima” umana come dimora prediletta del divino, l'abbandono di un approccio meramente razionale e terreno col divino, e quindi di ogni pensiero, volontà, conoscenza che in qualche modo si riferisce e rivolge all'Io più che a Dio, la simbiosi tra umano e divino (quindi la potenziale divinità dell'uomo, nonché la sua progressiva divinizzazione se pratica l'ascetismo e si distacca dal mondo e dal proprio Io), la negazione dell'essere di Dio in quanto essendo Dio non può ridursi a oggetto del mondo e del pensiero umano, in quanto è al contrario entità assoluta onnicomprensiva del tutto e del nulla, che trascende ogni cosa materiale e terrena (compreso ogni concetto relativo al bene, all'amore individuale, alla ricerca della verità), inserita nello spazio/tempo e quindi riconducibili all'umano e non al divino, al finito e non all'infinito...

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(i titoli sono in italiano)
1. Gesù entrò nel Tempio e cominciò a scacciare quelli che vendevano e compravano -
2. Gesù entrò in un castello e una donna di nome Marta lo accolse in casa sua -
3. Ora so davvero che il Signore ha mandato il suo angelo -
4. Ogni dono migliore e ogni perfezione vengono dall’alto -
5a. In questo si è mostrato l'amore di Dio per noi:
ha inviato nel mondo il suo Figlio unigenito –
5b. In questo si è mostrato l’amore di Dio per noi -
6. I giusti vivranno in eterno -
7. Abbi pietà del popolo che è in te - 
8. Sono morti di spada -
9. Come una stella del mattino in mezzo alla nebbia -
10. Nei suoi giorni piacque a Dio e fu trovato giusto -
11. Il tempo di Elisabetta si compì -
12. Chi mi ascolta -
13. Vidi un agnello sulle montagne di Sion –
13a. San Giovanni contemplò in una visione -
14. Alzati, Gerusalemme, e ricevi la luce -
15. Un uomo nobile partì per un paese lontano per ricevere un regno e poi tornare -
16a. Come un vaso d’oro massiccio –
16b. Come un vaso d’oro massiccio adorno di ogni pietra preziosa -
17. Chi odia la sua anima -
18. Giovane, io te lo dico: alzati! -
19. Sta’ sulla porta del Tempio di Dio e pronuncia la Parola -
20a. Un uomo dette una grande cena -           
20b. Un uomo dette una grande cena -
21. Un solo Dio e Padre di tutti… -
22. Salve, piena di grazia -
23. Gesù ordinò ai suoi discepoli di salire -
24. San Paolo dice: prendete in voi, accogliete interiormente Cristo -
25. Mosè pregava il Signore, Dio suo -
26. Donna, verrà il tempo. Ed è questo, in cui i veri adoratori
adoreranno il Padre in spirito e verità -
27. Il mio comandamento è questo: che vi amiate
l’un l’altro come io ho amato voi -
28. Io ho scelto voi dal mondo -
29. Mentre mangiava con loro, ordinò che non
si allontanassero da Gerusalemme -
30. Predica la Parola -
31. Ecco, io mando il mio angelo -
32. Ha guardato gli accessi della sua casa
e non ha mangiato il pane oziosa -
33. I santi hanno vinto i regni con la fede -
34. Gioite nel Signore, gioite sempre -
35. Se siete resuscitati con Cristo -
36a. Gesù stette in mezzo ai discepoli –
36b. Era la sera del giorno-
37. Mio marito, tuo servo, è morto -
38. In quel tempo fu mandato da Dio l'angelo Gabriele:
Ave, piena di grazia, il Signore è con te -
39. Il giusto vivrà in eterno e la sua ricompensa è presso Dio -
40. Permanete in me! -
41. Chi persegue la giustizia è amato dal Signore. Beati quelli
che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati -
42. Giovane, te lo dico: alzati! -
43. Giovane, te lo dico: alzati! -
44. Quando i giorni furono compiuti -
45. Beato sei, Simone bar Iona -
46. Questa è la vita eterna -
47. Lo Spirito del Signore ha riempito l’orbe terrestre -
48. Tutte le cose simili -
49. Beato il corpo che ti ha portato -
50. Una volta eravate tenebre -
51. Questo dice il Signore: onora il padre tuo
52. Beati i poveri di spirito perché di essi è il Regno dei Cieli -
53. Il Signore ha teso la mano, ha toccato la mia bocca e mi ha detto… -
54a. Nostro Signore levò gli occhi al cielo -
54b. Questa è la vita eterna -
55. Maria Maddalena giunse alla tomba -
56. Maria stava al sepolcro e piangeva -
57. Vidi Gerusalemme, la santa città -
58. Chi mi serve deve seguirmi -
59. Daniele il profeta dice: noi ti seguiamo di tutto cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto -
60. Ho cercato la quiete in tutte le cose -
61. La terra è piena della misericordia del Signore -
62. Dio ha fatto i poveri -
63. Oggi si legge nell’epistola -
64. L’anima diviene una con Dio e non unita -
65. Dio è amore -
66. Orsù, servo buono e fedele -
67. Dio è amore -
68. Sappiate che il Regno di Dio è vicino -
69. Un poco, e subito non mi vedrete -
70. Un poco e non mi vedrete -
71. Paolo si alzò da terra -
72. Vedendo le folle, Gesù salì sul monte -
73. Amato da Dio e dagli uomini -
74. Amato da Dio e dagli uomini -
75. Vi dò un comandamento nuovo -
76. Vedete quale amore Dio ci ha donato -
77. Vedete, invio il mio angelo -
78. L’angelo Gabriele fu mandato -
79. Rallegratevi cielo e terra. Io sono la luce del mondo -
80. C’era un uomo ricco -
81. L’impeto del fiume rallegra la città di Dio -
82. Cosa pensi che sarà questo bambino?
83. Rinnovatevi nello spirito della vostra mente -
84. Alzati, fanciulla! -
85. Alzati, fanciulla! -
86. Gesù entrò in un castello… -
87. Ecco, vengono i giorni, dice il Signore, e susciterò a Davide un giusto seme -
88. Dopo otto giorni fu chiamato col nome di Gesù -
89. L’angelo del Signore apparve -
90. Gesù sedeva insegnando nel Tempio -
91. Chiama gli operai e da’ loro la ricompensa -
92. Quando giunse la sera -
93. Chi è questa, che sorge come un’aurore?
94. Le sofferenze di questo tempo non sono paragonabili -
95. Ha aperto la sua bocca di sapienza -
96. Elisabetta ti partorirà un figlio -
97. Chi permane in me -
98. Se il chicco di grano non muore -
99. E cercava di vedere chi fosse -
100. Non tenete chi uccide il corpo -
101. Quando tutte le cose erano in mezzo al silenzio -
102. Dov’è il re dei Giudei, a che ora è nato?
103. Io devo essere in ciò che è del Padre mio -
104. Quando Gesù ebbe dodici anni -



INFLUENZE IMMEDIATE E SUCCESSIVE 
Nonostante il processo e la conseguente condanna alle sue tesi “eretiche” con la celebre bolla papale In agro dominico, cui è seguita ben presto la damnatio memoriae di lui come persona e della sua opera (persino il suo nome e tutti i dati anagrafici verranno espunti dai pubblici dominî) e di tutte le sue opere (condanna ritrattata dal Vaticano – più precisamente dalla Congregazione per la Dottrina della Fede - solo nel 1992, dopo ben 663 anni); e nonostante il drastico e immediato shutdown nella diffusione del pensiero eckhartiano; tuttavia, la sua influenza sui posteri è stata enorme. A cominciare dai suoi due fedeli discepoli ed epigoni, anch’essi domenicani come Eckhart, Heinrich Seuse (in Italia noto come Enrico Suso) e Johannes Tauler (in Italia Giovanni Taulero), che con tenacia e coraggio formidabili continuarono a divulgare le <<dolci dottrine>> del maestro, apertamente e soli contro tutto il clero, già dai tempi in cui Eckhart, ancora vivo, fu processato a Colonia (questa determinazione costò al prediletto Suso la revoca del suo incarico di docente, l'obbligo di difendersi dall'accusa di eresia davanti ad un capitolo dell'Ordine Domenicano ad Anversa nel 1327, e infine l'esilio, nel 1330, in Svizzera.)…
E fu proprio grazie alla loro opera divulgativa, che Meister Eckart non solo sopravviverà all’ostracismo ecclesiastico negli anni e nei secoli a venire, ma influenzerà come pochi pensatori in tutta la storia del Cristianesimo tutta la cultura tedesca (e non solo) successiva, da Niccolò Cusano a Lutero e alla conseguente Riforma Protestante, sino all’idealismo di Fichte, Schelling, soprattutto Hegel, sino all’anti-idealismo di Schopenhauer e Kierkegaard, sino a Karl Jaspers, agli esistenzialisti del Novecento e al primo Heidegger... Influenza che non poteva non estendersi sino ai due colossi del pensiero occidentale eppure mistici mancati Carl Gustav Jung e Rudolf Steiner; e a tutt’oggi Meister Eckhart è sicuramente il mistico cristiano più amato e studiato nel mondo, anche (o soprattutto?) in ambienti non-cristiani e sincretistici, in quanto è considerato un vero e proprio ‘ponte ideale’ tra dogma, misticismo e filosofia, nonché tra culture così apparentemente diverse tra loro quali lo spiritualismo ebraico-cristiano, lo speculativismo occidentale e l’ascetismo orientale...
            
RIEVOCAZIONI RECENTI  NELLA CULTURA POPOLARE 
E CURIOSITÀ ANEDDOTICHE 
Decisamente troppo lungo elencare tutti i lavori su Eckhart usciti recentemente o tutte le citazioni presenti nel Web, soprattutto gli studi sui rapporti tra il suo pensiero e la filosofia orientale (con altissimi contributi di autori quali Jung, Suzuki e Fromm, per intenderci).
L’unico che segnaliamo è - importantissimo ma poco divulgato – il volume del 1926 del grande Rudolf Otto (tra i nomi di spicco dei mitici Colloqui di Eranos) intitolato Mistica orientale, mistica occidentale, che <<analizza e confronta il pensiero di due grandissime figure della storia della filosofia e delle religioni, Eckhart e Sankara, maestro quest’ultimo della advaita (non-dualità) e del “puro Vedānta”, commentatore prestigioso delle Upanishad e della Gītā, artefice della rinascita del brahmanesimo nell'India dell'VIII secolo>> e che <<mostra la effettiva convergenza e la strutturale omogeneità della più profonda esperienza filosofico-religiosa>>, come scrive il massimo esegeta eckhartiano in Italia, Marco Vannini, che cura e traduce la recente edizione SE del 2011... 
1980 - 1992. Su “commissio” del capitolo generale di Walberberg, nel 1980, il Maestro dell’Ordine Vincent de Couesnongle istituì una “commissione di esperti” che doveva revisionare su basi scientifiche il processo al Maestro Eckhart svoltosi a Colonia nel 1327, e quindi riabilitarlo. La commissione lavorò per una decina d’anni. Le conclusioni sono state pubblicate in un volume dal titolo Eckhart Theutonicus, vir doctus et sanctus, uscito alla fine di gennaio 1992 nelle Edizioni universitarie di Friburgo. Si concluse con la dichiarazione unanime che per Eckhart non c’era bisogno di “riabilitazione” in senso giuridico (canonico), in quanto egli, qualche anno dopo la sua morte, durante un secondo processo ad Avignone (sempre per valutare il caso di riabilitarlo o meno), ufficialmente non ricevette condanne (“né alla persona, né alla dottrina, né all’insegnamento”; solo furono proscritte alcune “proposizioni”, prout verba sonant, formula usata per salvaguardare la reale intenzione dell’autore); tuttavia, sempre a Walberberg, si ritenne opportuno esprimere una dichiarazione a favore di Eckhart, soprattutto per divulgarne la mistica autentica ed esemplare. Infine, la Congregazione per la Dottrina della Fede nel ’92 lo riabilitò definitivamente…






SINTESI BIO-BIBLIOGRAFICA DELL’AUTORE
(con estratti dall’Enciclopedia Italiana Treccani)


<< Se ci allontaniamo dalle forme prodotte, dalle circostanze contingenti, e andiamo verso il nucleo delle cose, troveremo che Śakyamuni e Meister Eckhart insegnano la stessa cosa; soltanto che il primo osa esprimere le sue idee in modo semplice e affermativo, mentre Eckhart è obbligato a racchiuderle nei vestiti del mito Cristiano, e deve adattare le sue espressioni di conseguenza... >>
ARTHUR SCHOPENHAUER

<< Lungi dal dissiparsi in visioni, riesce con incredibile coerenza a far coincidere misticismo e intelletto, fede e ragione in una filosofia che scardina perfino i presupposti tomistici da cui attinge e, proclamando l'esse est deus, finisce per annunciare la morte di Dio molto tempo prima di Nietzsche. (...) Non è una novità, è ben vero, che l'uomo debba distaccarsi dal mondo per congiungersi a Dio - questo già era stato asserito prima di Eckhart. Ma che quest'uomo distaccato si faccia uguale a Dio - anzi costringa Dio a venire verso di lui -, questo suona ancora oggi come uno scandalo. “Sappi per vero” - sentenzia Eckhart ispirandosi ad Avicenna - “che lo spirito libero, quando permane in un autentico distacco, costringe Dio a venire al suo essere, e, se potesse permanere senza forma e senza accidente alcuno, assumerebbe l'essere proprio di Dio (...) Questo distacco immutabile conduce l'uomo alla più grande uguaglianza con Dio”. È nel segno del Nulla sorto dal completo distacco che Dio e l'uomo diventano uno, in quel “silenzioso deserto della divinità” che ancora a Gottfried Benn appariva come supremo ideale etico ed estetico - sicché l'essere, così concepito, si rovescia nel suo contrario, il nulla. E implicita, in questo pensiero echkartiano, anche la svalutazione delle opere esteriori come strumento di fede e salvezza a cui darà voce altrettanto eretica Lutero, ma vi è soprattutto implicita una trasvalutazione di tutti i valori che tanta parte avrà nella filosofia moderna. E se il suo uomo nobile che conquista il regno della propria anima è il predecessore del superuomo nietscheano, la fascinazione del nulla che trapela dal suo pensiero continuerà a sopravvivere in forma diversa nelle opere di Heidegger - il quale, fin dai tempi della tesi di dottorato con a margine una citazione di Eckhart sul tempo e l'eternità, continuerà a confrontarsi e scontrarsi con questo straordinario mistico -, come pure nei versi di Paul Celan, che molto trasse dallo stile delle sue prediche, da quell'uso estremamente plastico di parole potenziate di sensi ulteriori con l'ausilio liberissimo di prefissi e suffissi… >> 
AMELIA VALTOLINA




ECKHART, MEISTER JOHANNES – Eckhart di Hochheim, filosofo e mistico (Hochheim, presso Gotha, 1260 circa - Colonia 1328 circa), detto anche Meister Eckhart. Di nobile famiglia, entrato nell'ordine domenicano, fu priore e vicario in Turingia (1290-98), maestro a Parigi, provinciale di Sassonia (1303) e di Boemia (1307), poi ancora a Parigi (1311-13), quindi a Strasburgo e a Colonia. Nel 1326 l'arcivescovado di Colonia aprì un processo contro E. dalle cui opere furono estratte 49 proposizioni; E. si difese (1326) e ricorse al papa (1327); ma ad Avignone Giovanni XXII condannò con la bolla In agro Domini 28 proposizioni a lui attribuite (1329). Vastissima l'opera di E.: in tedesco abbiamo di lui trattati e prediche; in latino molte Quaestiones, parte dello Opus tripartitum, il Tractatus super oratione dominica, molti commenti scritturali. Svolgendo motivi caratteristici della tradizione neoplatonica (soprattutto sotto l'influenza dello Pseudo Dionigi, ma anche di Giovanni Scoto Eriugena, dei maestri di Chartres, del Liber de causis e infine di Proclo conosciuto nelle versioni di Guglielmo di Moerbecke), E. sente il concetto di essere come troppo angusto e limitato per potersi applicare a Dio, superiore, nella sua infinità, alle distinzioni categoriali (onde piuttosto Dio sarà non essere): più alto dell' esse, e più proprio di Dio, sarà invece l' intelligere. Se poi si volesse predicare l'essere di Dio, allora egli risolve in sé la pienezza dell'essere sicché non potrà più predicarsi della creatura, nulla esistendo fuori dell'essere: la molteplicità altro non sarà se non l'esprimersi di Dio. Tornano le immagini tipicamente neoplatoniche: esser Dio una sfera infinita il cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun posto, esser Dio fonte di luce da cui emana la molteplicità, ecc. In particolare, la riduzione della totalità dell'essere a Dio e l'affermazione della presenza di Dio negli esseri come radice e attualità della loro esistenza hanno sollevato molte polemiche già tra i contemporanei che trovavano il linguaggio di E. notevolmente estraneo al linguaggio scolastico e non intendevano la prospettiva neoplatonica che ne regge il pensiero. La metafisica di E. ha il suo corrispondente nella psicologia e nella mistica: l'anima scopre Dio nella radicale negazione di ogni essere e di sé medesima, al di là di ogni discorso, in un contatto immediato che si realizza nello apex mentis, nella scintilla dell'anima: progressiva deificazione, resa possibile dall'opera mediatrice del Cristo. Larga influenza ebbe il pensiero di E.: e se è possibile che abbia agito anche nella formazione di correnti ereticali, come i Fratelli e Sorelle del Libero Spirito, la sua azione più diretta fu sulla mistica speculativa di J. Tauler, H. Seuse, J. v. Ruysbroeck, ecc.

da Treccani.it - L'Enciclopedia Italiana 































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